Me lo ricordo ancora quel Settembre 1986. Le quotidiane puntate in tutte le edicole della città. I sorrisetti ironici degli edicolanti che alla parola fumetto horror mi indirizzavano verso i porno della Edifumetto. Uno addirittura provò a vendermi Beruscao, instant comic che cercava di sfruttare il successo del personaggio che Enrico Beruschi portava a Drive In in quegli anni. Tempi duri per i fumetti gli anni ottanta, dopo la scomparsa dei super eroi dalle edicole, la lenta agonia delle riviste patinate e il sogno infranto di Ken Parker.

Dylan Dog era un segnale. Atteso e acquistato più per fame cronica di qualcosa di decente da leggere che per vera convinzione. A pensarci adesso non so nemmeno come ci fosse arrivata la notizia della sua uscita. Fu il buon GNT a dirmi qualcosa del tipo: oh, vedi che esce un fumetto nuovo horror.

Io che ai tempi ero in pieno trip da ipotesi aliene e divoravo i libri di Peter Kolosimo e scroccavo i fumetti di Martin Mystere al povero Piero, probabilmente devo aver risposto qualcosa del tipo: sarà una di quelle minchiate che leggi tu come Ken Parker; prenderlo per il culo sul suo Spectrum e su Ken Parker era uno dei miei passatempi preferiti a quei tempi.

In parte era vero. In parte no. Non era una minchiata, ma era molto più vicino all’approcio da anti eroe di Ken Parker che agli stereotipi degli eroi classici come Tex. Ma nonostante tutto non me ne innamorai subito. Mi stava simpatico, ma niente più. Dovetti aspettare “Il Fantasma di Anna Never” per entrare in sintonia con il mondo di Dylan Dog… sintonia che sarebbe diventato amore con “Memorie dall’Invisibile“…

Ok… qui vi fermo, prima che la malinconia abbia il sopravvento. L’appuntamento è per Martedì prossimo…

Dimenticavo! Se vi state chiedendo dove sia ambientata la strip, è presto detto: alla mostra per i 25 anni di Dylan Dog allestita al museo del fumetto di milano. Se non l’avete ancora fatto, andate a visitarla.